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Cartomanzia e tarocchi

La cartomanzia è uno dei metodi di divinazione più conosciuti, questa viene effettuata tramite la consultazione delle figure estratte da un mazzo di carte.

I mazzi di carte usati possono essere le normali carte di seme italiano o francese, i tarocchi o speciali carte illustrate dette Sibille.

Storia

Circa le origini della cartomanzia esistono varie tesi. C’è chi le fa risalire ai cinesi, come derivazione del domino, che anticamente non era un gioco come lo conosciamo oggi, ma un vero e proprio strumento per leggere la volontà divina.

Secondo altri studiosi, le origini della cartomanzia si devono far risalire agli antichi egizi. A sostegno di questa tesi si schierò in particolare lo studioso francese Alliette che, nel 1770, scrisse un saggio nel quale sosteneva, tra l’altro, che l’unico libro sfuggito all’incendio della biblioteca di Alessandria trattava di cartomanzia, così com’era praticata nell’antico Egitto: e cioè con 78 carte (che allora erano sottili foglie d’oro) sulle quali erano incisi misteriosi geroglifici dalla cui lettura combinata i sacerdoti erano in grado di predire il futuro.

La diffusione delle carte. Nei secoli successivi ai geroglifici lasciarono il posto a tutta una serie di figure simboliche. Ne troviamo traccia in epoca medioevale in Spagna, poi in Germania, successivamente in Francia.

Qui le carte da gioco furono usate solo occasionalmente a scopo divinatorio, ma in modo differente dall’uso che se ne fa oggi nella cartomanzia moderna, in quanto non si assegnava alle carte alcun significato ma ci si limitava ad utilizzarle come strumento di scelta casuale.

Un primo esempio arriva da Magonza in Germania tra il 1505 e il 1510 con l’Eyn loszbuch ausz der Karten gemacht, un libro nel quale in ogni pagina, in un angolo, veniva stampata una carta da gioco con semi tedeschi e una predizione in termini generali della fortuna che spettava al lettore.

Successivamente vide la luce il più evoluto libro Il Giardino dei pensieri di Francesco Marcolini da Forlì che lo pubblicò nel 1540, con abbinato un mazzo da 36 carte.

Il lettore doveva scegliere una tra le varie domande presenti nel primo capitolo del libro e pescare una sequenza di coppie di carte, il cui valore lo reindirizzava alle pagine successive dove avrebbe potuto leggere la risposta.

 Ancora, nel 1540 vi fu il primo tentativo di dare regole precise a quest’arte divinatoria: Guillaume Postel pubblicò il volume Clef des Choses cachées (Chiave delle cose occulte) che sancì la nascita ufficiale della moderna cartomanzia e dei tarocchi che, pur con tutta una serie di varianti, sono usati ancora oggi.

Dorman Newman pubblicò alla fine del XVII secolo in Inghilterra un mazzo specializzato in predizioni (la prima edizione è probabilmente del 1690), le incisioni di stampa furono poi acquistate da John Lenthall che li pubblicò per diversi anni.

Le carte del mazzo di Lenthall (come è ora noto) contenevano il testo della predizione e/o la guida alla pesca di ulteriori carte e in un angolo della carta un seme francese con un numero da 1 a 13 in caratteri romani; in pratica era un metodo simile a quello di Marcolini, in cui però il testo del libro era stato trasposto direttamente sulla carte da gioco.

cartomanzia
Cartomanzia

Si può dunque ritenere che l’origine della cartomanzia sia relativamente recente, e risalga al 1770, anno in cui un parrucchiere, l’Alliette, pubblicò un trattatello sul modo di “fare le carte” mediante un gioco di picchetto. Ispiratosi poi alle fantasie del Court de Gébelin sull’origine egiziana e sui significati esoterici dei tarocchi, l’Alliette (1783) promosse un nuovo sistema di divinazione con queste carte, cambiò il suo nome anagrammandolo in Etteilla (nome divenuto poi quasi sinonimo di cartomanzia), e fece fortuna durante e dopo la Rivoluzione francese.

Qualche anno più tardi lo stesso Etteilla pubblicava il libro Manière de se recréer avec un jeu de cartes nommées Tarot (Parigi, 1783-1785) dedicato alla divinazione per mezzo dei tarocchi.

Fu presto imitato, e particolarmente da un tal Martin, piemontese stabilitosi a Parigi verso la fine del sec. XVIII, e da Marie Adélaide Lenormand (1768-1843), meglio nota come “Mademoiselle Lenormand”, che fu confidente di Giuseppina Bonaparte e, pare, dello stesso Napoleone; essa lasciò una decina di opere, tra cui i curiosi Mémoires historiques et secrets de l’impératrice Joséphine, in due volumi; fu indubbiamente una donna eccezionale, ed ebbe un periodo d’immensa popolarità.

Un gran numero di persone pretese, poi, d’aver imparato l’arte della cartomanzia direttamente da lei.

Da lei prende nome un particolare mazzo detto “Sibilla Lenormand”, la cui invenzione non va però attribuita a Mademoiselle Lenormand.

Fu nell’Ottocento che la cartomanzia fu oggetto delle attenzioni di occultisti ed esoteristi, in quanto si iniziò diffusamente a ritenere che le carte avessero antichissime origini egizie e racchiudessero il sapere primigenio, l’unico vero.

Mazzi da divinazione

I mazzi di carte usati a scopo divinatorio risultano essere diversi ed eterogenei, sia per origine che per quantità di “semi” e di figure. Si va dalle comuni carte da gioco e dai vari mazzi di Sibille italiane (La vera sibilla), parigine (Lenormand) e zigane (diffuse nei paesi germanici), fino ad un’infinità di mazzi di creazione più recente e studiati appositamente per l’uso divinatorio (tra i più noti e utilizzati troviamo l’Oracle Belline).

Vengono usate in alcuni casi anche le carte Zener, 25 carte, con 5 stelle, 5 onde, 5 croci, 5 cerchi e 5 quadrati), sebbene lo scopo per le quali queste carte sono state progettate non abbia a che fare con la divinazione bensì con l’esercitazione della telepatia.

Tuttavia il mazzo più utilizzato allo scopo divinatorio è costituito dai tarocchi di Marsiglia, composti da 78 carte divise in due gruppi: il primo che comprende i 56 Arcani minori, divisi a loro volta in quattro semi (bastoni, denari, coppe e spade) e il secondo che comprende i 22 Arcani maggiori, questi rappresentano una serie di figure simboliche legate a concetti universali (ruota della fortuna, giustizia, matto, papessa, eremita,carro, amanti, impiccato, torre e così via).

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Ad inizio del 1900, l’occultista Aleister Crowley, decise di cambiare non solo i nomi e i disegni ma anche l’ordine delle carte nel mazzo.

Se si osservano attentamente i tarocchi moderni si può notare come i simboli siano universali (un esempio su tutti la ruota che possiamo trovare sia nel mondo antico egizio che greco, etc.) ma hanno subito col tempo diverse contaminazioni soprattutto dal Cristianesimo.

I simboli cristiani non sono gli unici però ad aver invaso il mondo dei tarocchi durante la sua evoluzione, ma anche quelli musulmani e ebraici hanno dato il loro contributo.

Nel 1889 venne fondato l’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata (più conosciuto come Golden Dawn), quest’ordine ipotizzò per primo che, oltre al collegamento con il mondo ebraico, la cartomanzia aveva anche una corrispondenza diretta con l’oroscopo.

Secondo la Golden Dawn infatti, ad ogni segno zodiacale poteva essere associata una carta del mazzo degli Arcani Maggiori.

tarocchi e zodiaco

Il risultato di queste associazioni fu questo:

  • L’Ariete e l’Imperatore
  • Il Toro e il Papa
  • I Gemelli e gli Amanti
  • Il Cancro e il Carro
  • Il Leone e la Forza
  • La Vergine e l’Eremita
  • La Bilancia e la Giustizia
  • Lo Scorpione e la Morte
  • Il Sagittario e la Temperanza
  • Il Capricorno e il Diavolo
  • L’Acquario e le Stelle
  • I Pesci e la Luna

L’astrologia e i segni zodiacali quindi risultano ben intrecciati alla cartomanzia tanto che sono numerose le associazioni grafiche tra carta e segno zodiacale (basti pensare alla bilancia con la giustizia).

Secondo l’occultista Eliphas Levi invece, stimato studioso di tarocchi e cartomanzia, i tarocchi, corrispondendo ai 22 sentieri dell’albero della Cabala, non sono solo un gioco o un passatempo ma la chiave della conoscenza.

Principio della cartomanzia

I responsi più richiesti sono ancora, anche dopo centinaia di anni, sempre gli stessi: salute, amore, lavoro e fortuna.

Il principio base della cartomanzia, esercitata con ogni mazzo, si basa su un motto dell’alchimia: “Come sopra così sotto”, intendendo il “sopra” come il grande universo metafisico, e il “sotto” come la realtà fisica del mondo intorno a noi.

Più semplicemente, il mosaico delle carte estratte, attraverso l’interpretazione dei simboli o delle allegorie in esse contenute e delle posizioni da esse assunte, può fornire una discreta approssimazione delle conseguenze derivanti dalle scelte attuali (metodo intuitivo) o addirittura fornire un’indicazione su cosa fare o su ciò che comunque accadrà qualunque cosa si decida di fare (metodo sacrale).

In poche parole le carte divinatorie possono essere usate sia per leggere un eventuale futuro sia per svelare, a chi le studia, particolari aspetti di se stesso.

Numerosi sono i metodi con cui i cartomanti cercano di predire il futuro attraverso le carte.

Tra quelli più utilizzati e conosciuti c’è il metodo Celtico o della croce Celtica. Questo sistema di divinazione viene usato per fare luce su quesiti semplici e di diversa natura, consiste nel predisporre le carte secondo un certo ordine dando più valore al significato di una carta in particolare chiamata la carta dell’esito.

Questa carta non è altro che il riassunto delle carte precedenti essa rappresenta lo stato attuale del consultante, la carta incrociata nonché ciò che si oppone al risultato voluto, la carta delle fondamenta, il passato recente, la corona che rappresenta i problemi che potrebbero nascere, il futuro, emozioni, forze esterne ed infine speranze e desideri.

Se il consultante pone un quesito su di un argomento in particolare come potrebbe essere ad esempio il lavoro o la fortuna, viene utilizzato soventemente il metodo delle Cinque Carte che utilizza solo i 22 Arcani Maggiori.

Molto interessante è anche il metodo della Relazione che vede la coppia come una persona singola e cerca di svelarne il futuro.

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